Abstract
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LUCI E OMBRE DI UN DELITTO – Caravaggio in indagine di Sergio Gallitto
Sinossi
Messana (la futura Messina), anno 541 d.C. La tradizione ci tramanda che Fra Placido subisce il martirio con i confratelli, per mano del pirata Mamuka, nell’assalto al convento da lui fondato.
Anno 1588: la storia ci racconta che, sotto la vecchia chiesa del convento, sono trovate le presunte spoglie dei martiri. Dichiarato santo, Placido è seppellito, con i compagni, nella chiesa di San Giovanni di Malta sorta accanto al Priorato dei Cavalieri di Malta.
La nostra vicenda ha inizio nel 1608 quando, riporta la cronaca, altri antichi resti umani sono rinvenuti. Si trova, casualmente, anche il corpo di una donna quasi mummificato e recente: è stata assassinata perché presenta ferite, alcune mortali, alla testa. Chi è quella donna? Chi l’ha uccisa e perché? Perché è stata sepolta all’interno del convento? A questi interrogativi dovrà rispondere Saverio Galeno, medico dell’Ospedale Grande, membro della Commisionem Inquisitio insediata dal vescovo, Bonaventura Secovio. La Commissione è presieduta dal suo Vicario, Paolo Ruiz, ed è composta da Galeno, dall’architetto. Giorgio De Maio, da Francesco Lo Re, vicario del Priore dei Cavalieri di Malta e da Carmelo Carafa, giurista.
Nel dicembre del 1608, il pittore Caravaggio, approdato a Messina dopo la fuga dal carcere di Malta e una breve sosta a Siracusa, è incaricato di dipingere la Resurrezione di Lazzaro per i Padri Crociferi gestori dell’Ospedale Grande. I frati gli mettono a disposizione una sala dell’ospedale: qui il pittore incontra Galeno che lo coinvolge nelle indagini sul delitto. Infatti, conoscendo la perizia dell’artista nel dipingere dal vero, Galeno gli propone di realizzare un ritratto di Gelsomina ─ così ha chiamato la donna uccisa ─ al fine di facilitare la scoperta dell’identità. Caravaggio realizza il ritratto e rileva inoltre, a calco, i segni delle ferite al capo: quella al volto presenta bordi regolari.
Le indagini iniziano al convento. Gran Priore è Antonio Martelli, che è coadiuvato dal suo vicario e rettore del convento, Francesco Lo Re e dal segretario Emanuele Perrone. Galeno ispeziona il convento, accompagnato da fra Pietro Contarini, economo del convento.
Si redige una lista di donne scomparse recentemente, s’incrociano i dati e, anche grazie al ritratto eseguito da Caravaggio, si scopre il vero nome di Gelsomina: Maria Sidoti commerciante, fornitrice anche del convento, e moglie di Carmelo La Rocca, panificatore. Quest’ultimo è accusato, dal Vescovo, dell’omicidio di Maria, commesso per ereditarne i beni e sposare Francesca Crisafi. Galeno non crede però alla sua colpevolezza: è convinto che l’omicidio è stato commesso da una persona pratica della vita conventuale e conoscitrice dei posti. Galeno, sospettando che Contarini nasconda qualcosa, fa pressioni su di lui. Ha colto nel segno: Contarini gli invia un messaggio nel quale si dice pentito e invita Galeno a un incontro segreto. Il frate però non si presenta all’appuntamento ed è trovato morto, impiccato, nella sua cella. Per Galeno e De Maio, la sua morte è sospetta: nella cella del frate, i due indagatori trovano, dentro la sua Bibbia, un segnalibro su cui Contarini ha scritto alcuni versi e una strana sequenza di lettere e cifre.
A questo punto, Contarini è ritenuto l’assassino della Sidoti, Carmelo La Rocca è scagionato e la Commisionem Inquisitio sciolta. Galeno però continua le indagini. La svolta arriva quando capisce che la ferita al volto di Maria e stata causata da un anello con sigillo, appartenuto all’assassino. De Maio, dal canto suo, risolve l’enigma celato nel messaggio di Contarini. I versi portano a un sepolcro, nella chiesa di San Giovanni di Malta, e la sequenza indica, sull’iscrizione della lapide, il nome dell’assassino. Gli indizi in mano di Galeno sono però poco consistenti; occorrerebbero prove certe o una confessione. Decide, quindi, complici De Maio, Lo Re e Caravaggio, di tendere una trappola all’assassino. Lo stratagemma riesce e l’omicida è smascherato. Si tratta di Paolo Ruiz, già Priore del convento: ha ucciso Maria Sidoti ─ invaghitasi di lui e diventata sua amante ─ perché la donna, rimasta incinta, voleva che riconoscesse legalmente il nascituro e smettesse l’abito talare. Ruiz, inoltre, saputo che Contarini ─ suo complice nell’occultamento del cadavere, tacitato con denaro e favori ─, pentitosi, vuole confessare il fatto a Galeno, lo uccide, simulando il suicidio.
Il 10 giugno 1609, Caravaggio consegna la Resurrezione di Lazzaro. Grande è lo stupore di Galeno e De Maio quando si accorgono che alcuni personaggi del quadro hanno le loro sembianze.
A settembre, Caravaggio si accinge a partire. Salutando De Maio e Galeno, fa dono al primo del ritratto di “Gelsomina” e al secondo di un suo nuovo dipinto, Cristo e l’adultera, tema ripreso dal Vangelo e nel quale l’adultera ha il volto di Maria. Caravaggio lascia a malincuore la città, dove ha conosciuto dei veri amici.