POSSEDUTI A FÁTIMAdi Sergio Gallitto
Sinossi
Francesco Onorato – inteso Franco, Ciccio per i familiari, u fitusu per gli “amici” – è un killer della mafia affiliato alla cosca mafiosa del capomandamento don Vincenzo Vitale, Enzu u nessicanu.
Ciccio è anche il genero di don Vincenzo, avendo sposato – per imprudenza giovanile – Carmela, la figlia terzogenita di don Vincenzo. Ciccio e Carmela hanno due figlie; Cetty, architetto, e Sarah, studentessa. Le altre figlie di don Vincenzo sono: Antonia – ‘Nttònia per Ciccio – la primogenita, nubile, Bianca secondogenita, maritata a Paolo e con un figlio di nome Ivan, e Domenica, detta Mimma, fi-danzata con Fabio.
Antonia – quarantottenne, insegnante – è molto religiosa e si è messa in testa di andare in pellegrinaggio a Fátima. Sarebbe dovuta partire con la sorella Bianca, ma un incidente a Paolo – frattura della gamba – impedisce a Bianca d’accompagnarla. Carmela riesce a convincere Ciccio ad accompagnare Antonia a Fátima, nonostante lui sia recalcitrante perché, di fatto, ateo e anticlericale: inoltre, non va molto d’accordo con Antonia.
Il viaggio, previsto a Ferragosto, è stato organizzato da don Salvadore Inferrera (lingua longa), parroco truffaldino e seduttore, che è anche la guida spirituale dei fedeli: tra costoro c’è Maria Cùffaro (a baciapile), pia parrocchiana e amante di don Salvatore.
Il viaggio, molto costoso ma a servizi low cost, prevede anche la visita al santuario di Santiago de Compostela. Proprio qui, dove una tradizione popolare vuole che chi batte tre volte il capo contro un bassorilievo diventa più intelligente, Antonia batte, per scherzo, la testa di Ciccio. Il cognato si fa male, è disorientato e in stato confusionale.
Il trasporto della comitiva di pellegrini, in Francia e in Portogallo, è assicurato dal pullman guidato da Manuel Lopes Martines (u ‘ntipaticu), un portoghese aitante e dongiovanni. Antonia è colpita dall’autista, e questo fatto contribuisce a trasfigurarla: comincia a valorizzare meglio il suo corpo, indossa abiti meno monacali.
A Fátima – il 19 agosto, anniversario dell’apparizione della Vergine Maria ai tre pastorelli – Ciccio, causa una bibita ghiacciata bevuta per lenire la gran calura, ha un mancamento nello spiazzo, gremito di fedeli, antistante il santuario. Indica il sole come causa, ma è frainteso e si grida al miracolo: il riferimento è al prodigio cosiddetto del “sole danzante”.
Ciccio è portato al pronto soccorso e poi, con la diagnosi d’insolazione e congestione e la prescrizione del riposo, in albergo. I media rilanciano l’ipotesi del miracolo e pubblicano una foto di Ciccio, indicato come "il pellegrino che ha notato per primo il prodigio". Antonia, che meraviglia sempre più Ciccio per la sua metamorfosi da persona anonima a degna sorella di Carmela, donna assai piacente, si è legata a Manuel con il quale fa l’amore, per la prima volta nella sua vita. In albergo Ciccio scopre, nel frattempo, che nella camera accanto alla sua, don Salvatore Inferrera e Maria Cùffaro passano assieme notti infuocate.
Al ritorno dal viaggio, Ciccio è cambiato e Antonia sembra un’altra persona.
Ciccio pare avere perso la ferocia di un tempo, sembra in crisi profonda: sospetta inoltre, a ragione, che Carmela lo tradisca con il suo amico e braccio destro fidato, Salvo Buttitta. Carmela, da parte sua, teme che Ciccio scopra il suo tradimento: ma, soprattutto, che Ciccio abbia avuto, a Fátima, una rivelazione che lo ha cambiato, anche se ancora non capisce bene cosa stia succedendo. Ciccio si isola, va a dormire nella camera lasciata libera della figlia Cetty, dice che ha bisogno di solitudine. Dalla stanza, scrive tre lettere anonime: una a don Salvatore, l’altra a Maria Cùffaro e la terza al vescovo. Le lettere denunciano la turpe relazione tra il prete e la sua devota parrocchiana.
A sua volta, don Salvatore, incollerito – sospettando che il mittente della lettera è Ciccio – scrive a sua volta una lettera anonima a don Vincenzo, alla quale allega l’articolo con la foto di Ciccio al santuario di Fátima. Maria Cùffaro, lasciata da don Salvatore, dopo avere scoperto per caso che Carmela tradisce Ciccio, scrive una lettera anonima a quest’ultimo svelandogli la relazione.
Carmela – che nel frattempo scopre che Ciccio ha comprato una statua della Madonna di Fátima, completa di candele – confida i suoi timori all’amante e, d’accordo con lui, decide di rivolgersi ad un prete autorizzato alla pratica d’esorcismi: don Pietro Pipitone (don Petru u bummarolu). Questi equivoca, pensando che Ciccio sia posseduto dal demonio. Da un faccia a faccia, tuttavia, si convince che, al più, Ciccio è “posseduto” dalla Madonna di Fátima!
Carmela e Salvo sono preoccupati: sia per la “carriera” di Ciccio, sia per il fatto che, qualora la cosa venisse a conoscenza di don Vincenzo, Ciccio sarebbe in pericolo di vita poiché rappresenterebbe per lui, e per la Famiglia, una minaccia.
Carmela e Salvo decidono quindi di ricorrere ad un “esorcista laico” che possa “guarire” Ciccio. La scelta cade su Sebastiano Caruso (Janu u mavaru), un sedicente mago che vive a Cefalù: costui ritiene di essere l’erede dell’esoterista Aleister Crowley, che in quella cittadina aveva fondato, negli anni ’20 del ‘900, l’Abbazia di Thelema. Sebastiano, che si fa chiamare Sebastian Caruey, accetta l’insolito incarico. Ciccio sta al gioco: durante l’”esorcismo”, Sebastian invoca Satana. Infine, esasperato dall’atteggiamento scettico e sfottente di Ciccio, lo colpisce in testa con il suo bastone magico intimando alla Vergine Maria di abbandonare il suo corpo e “prendere” lui. L’”esorcismo” sembra avere effetto: Ciccio torna alla normalità.
Ciccio si riappacifica con Carmela e, assieme a Salvo, trascorrono una piacevole giornata. Ciccio chiede a Salvo il favore di portare a don Pietro, senza che il prete per ovvi motivi sappia chi la mandi, la statua della Madonna di Fátima che dice d’avere acquistato apposta per donargliela.
Salvo, di buon grado, carica la statua sul suo SUV: l’automezzo, alcuni minuti dopo, esplode uccidendolo.
Carmela ode lo scoppio e capisce tutto.
Le indagini s’indirizzano verso Ciccio Onorato e il suocero, don Vincenzo. Nessuna prova però è trovata: il pubblico ministero sospende le indagini, è convinto che Salvo è saltato in aria accidentalmente, mentre trasportava dell’esplosivo.
Il vescovo, appurate le malefatte di don Salvatore Inferrera lo costringe alle dimissioni.
Don Vincenzo perdona Ciccio e Carmela, ma “mette in pensione” il primo e consiglia, anche se sarebbe meglio dire "obbliga", i due a “cambiare aria” almeno per un po’ di tempo.
A un anno dalla storia, l’epilogo.
Antonia, dopo aver capito che Manuel l’ha ingannata, ha una nuova storia d’amore, stavolta sincero e ricambiato.
Maria Cùffaro frequenta la parrocchia di don Pietro e ne è attratta: ma don Pietro è prete integerrimo.
Ciccio, assieme a Salvatore Inferrera, la moglie Carmela, la figlia Sarah e Manuel Lopes Marines, avviano, nel cuore del Veneto, un’agenzia turistica specializzata in viaggi nei principali santuari religiosi: Fátima in primo luogo, naturalmente!
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